TERRITORIO

Territorio e tradizione

Benvenuti nell’universo delle Alpi dell’Alta Provenza

Avventuratevi nelle terre incredibilmente fertili che sorgono dove le Alpi Marittime si incontrano con i dipartimenti del Var, del Vaucluse, della Drôme e delle Alte Alpi. Nel cuore di un dipartimento che vanta uno dei territori più estesi del Paese, al confine con l’Italia. Eccovi nel bel mezzo delle Alpi dell’Alta Provenza. In questo scrigno prezioso, bagnato dal tumultuoso fiume Durance, la natura gode di un clima soleggiato per 300 giorni all’anno e al tempo stesso fresco grazie al maestrale, il vento che spira sulle regioni del sud. In questa regione si respira un’atmosfera mediterranea, avvolta da un fascino misterioso. Un territorio unico, che è la vera fortuna dei viticoltori della zona.

Qui, c’è un’oasi di ricchezza e intimità

L’area, situata nel cuore della Provenza, alle sorgenti del Verdon, è una vera e propria oasi di pace abbracciata dalle colline descritte nei romanzi di Giono. È costellata da antichi borghi perfettamente incorniciati dalla gariga, la tipica vegetazione dell’Alta Provenza. Tra i vicoli provenzali il tempo sembra essersi fermato. Se vi capitasse di perdervi, seguite il mormorio che risuona dai numerosi corsi d’acqua o lungo le gole del Verdon: vi guiderà alla scoperta di luoghi verdeggianti. Modellato dal profilo dei vigneti, il paesaggio dell’Alta Provenza offre uno spettacolo cromatico in cui si mescolano armoniosamente l’oro dei campi di grano e le sfumature azzurrate delle vaste distese di lavanda.

 

Tra le ricchezze naturali di questo rigoglioso territorio sono nate denominazioni storiche come la DOP Pierrevert e l’IGP Alpi dell’Alta Provenza. Vi sono sorte anche grandi aziende di prestigio internazionale, come l’Occitane-en-Provence di Manosque.

 

In base ai propri gusti e interessi, i visitatori possono approfittare anche della stazione termale di Gréoux-les-Bains, dedicarsi alle attività nautiche sul lago d’Esparron-de-Verdon, scoprire l’antica città di contea di Forcalquier, immergersi nell’intimità dello scrittore Jean Giono nella sua antica residenza di Manosque o passeggiare tra i vigneti che circondano il pittoresco villaggio di Pierrevert.

Qui, si coltiva l’“art de vivre” francese e il piacere della condivisione

Le Alpi dell’Alta Provenza si distinguono innanzitutto per una storia fatta di incontri. Un invito alla convivialità, ai sapori regionali, ai prodotti del territorio e agli antichi mestieri. In queste terre storicamente agricole e rurali, le tradizioni artigianali si tramandano di generazione in generazione con l’eterna attenzione a preservare la qualità.

 

Grazie alla ricchezza del suolo, le Alpi dell’Alta Provenza regalano ai visitatori curiosi un’esperienza gustativa unica e sorprendente. Forte dell’incontro di diversi mercati, la regione offre itinerari enogastronomici avvolti da un’atmosfera calorosa e caratterizzati da gustose specialità locali, come il formaggio di Banon, il miele, il Petit Épeautre (un particolare tipo di farro), le erbe di Provenza o il rinomato agnello di Sisteron.

Qui, i vini sono di qualità rara

«Qui, non è lontano, è altrove…»

 

Cara a Jean Giono, la regione Manosque è un angolo segreto che custodisce i più splendidi tesori viticoli del Paese, e persino del mondo. Con 778 ettari di vigneti arrampicati sulle alture, le cui radici affondano nello stesso terreno di olivi, faggi e castagni, le Alpi dell’Alta Provenza godono di una topografia rara, che dona ai loro vini un sapore inconfondibile.

 

Grazie alla competenza e all’abilità dei vignaioli locali, che già più di cinque secoli fa deliziavano con i loro prodotti il re Renato I d’Angiò, Conte di Provenza e di Forcalquier, i vini di questo territorio sanno conquistare ancora oggi i palati esigenti di appassionati ed esperti.

 

D’altronde i vini prodotti qui sono tra i migliori rosé della Provenza e hanno conquistato riconoscimenti internazionali, dimostrando la particolarità dei loro aromi e la ricchezza del loro bouquet.

Qui, la vita del vignaiolo è scandita dalle stagioni della vigna

Il mestiere di vignaiolo è complesso ma altrettanto affascinante. L’amore che lo lega alle proprie vigne è intenso, carnale, profondo, intimo e travolgente.

 

In ogni periodo dell’anno si crea un’alchimia, si instaura un dialogo e si realizza un duro lavoro scandito da giornate interminabili, notti in bianco e mattinate al freddo ma al tempo stesso salvifiche.

 

D’inverno, il vignaiolo ha un’unica ossessione: la potatura della vite. Da questa, dipenderà il carico di gemme e quindi la produzione finale. Oltre alla sopravvivenza della vite per decenni.

 

In aprile la vite inizia a germogliare: finalmente si risveglia e si rivela. Ma il fiore si schiuderà solo due mesi dopo. Nell’attesa, il vignaiolo scruta con attenzione il cielo, invocando gli dei perché il tempo sia clemente e i delicati fiori vengano preservati.

 

Infine, il vignaiolo deve decidere con precisione quando iniziare la vendemmia: anticipare anche solo di pochi giorni potrebbe significare raccogliere uve ancora non sufficientemente mature.

 

Nella cantina deve quindi seguire i processi con estrema perizia. Dalla fermentazione alla trasformazione in alcol, passando per il trasferimento in vasca e la follatura, si tratta di una fase cruciale che dà il verdetto sul potenziale dell’uva e il futuro dell’azienda agricola.